Si fornisce riscontro pubblico all’invio per e-mail della Lettera aperta al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sulle criticità fiscalistiche dell’Associazione civilistica Grande Oriente d’Italia

Lo segnalavamo ieri: il mancato rispetto dei principi di democraticità e di partecipazione all’interno di una associazione o ente collettivo privato è causa sufficiente affinché sia dichiarato il disconoscimento della sua natura di associazione, con l’applicazione del regime tributario dell’impresa commerciale.
Ricordiamo che nel Grande Oriente d’Italia gli “Apprendisti” e i “Compagni d’Arte” pagano la stessa quota dei “Maestri” e dovrebbero avere gli stessi diritti di partecipazione assembleare e di voto di questi ultimi.

Nel G.O.I., infatti, a norma di Statuto, non si fa alcuna menzione di soci “sostenitori”/”finanziatori” con rinuncia ai diritti connessi allo status di socio ordinario.
Senza contare che nel Grande Oriente d’Italia neppure a tutti i “Maestri” hanno piena operatività assembleare.
Riteniamo, quindi, che Agenzia delle Entrate debba solgere le opportune verifiche, attivando gli organismi accertativi, al fine di poter procedere a rubricare correttamente l’associazione civilistica denominata “Grande Oriente d’Italia” come “società commerciale”, con conseguente riparametrazione del trattamento fiscale ad essa applicato.

Questo potrebbe avere varie ripercussioni nel rapporto tra Grande Oriente d’Italia e la sua “FONDAZIONE”, vera cassaforte dei “gioielli di famiglia”